Nell'Assemblea Generale del 15 gennaio u.s., sono state rinnovate le cariche sociali con l'elezione del nuovo Consiglio Direttivo della FOAI.
…ai modelli televisivi negativi: sono i giovani che hanno sperimentato forme di partecipazione e associazionismo, così come li delinea il rapporto “Ftp. Forme in trasformazione della partecipazione”. Il documento è frutto di un’indagine realizzata da Arciragazzi e dal centro di ricerca Cevas nell’ambito del progetto “Giovani Cittadini per Costituzione”, grazie a un cofinanziamento del dipartimento Gioventù della presidenza del Consiglio e al supporto di un network di esperti e di sostenitori. La ricerca ha indagato i processi di partecipazione e cittadinanza di un campione di 1.410 ragazzi dai 14 ai 30 anni (l’83,5% studenti o studenti-lavoratori, età media 21 anni). È stato così possibile studiare la relazione tra pratiche di associazionismo e propensione ad assumere forme di responsabilità e impegno civico.
Ne è emerso che il 25% del campione fa parte di associazioni ricreative o culturali, il 18% di odv e il 14% è scout. C’è però un 18,4% che non ha mai fatto esperienze associative. Sondando le aspettative verso il futuro, è risultato che tra questi ultimi il 59,4% ha un basso livello di speranza, mentre tra chi ha sperimentato oltre tre appartenenze ad associazioni solo il 35,4% ha punteggi bassi. Esiste inoltre una relazione inversamente proporzionale tra la propensione ad accettare favoritismi e richiedere raccomandazioni e il numero di esperienze di associazionismo: in sostanza, più si è impegnati, più si crede nella meritocrazia. Allo stesso tempo, la partecipazione sembra annullare l’effetto negativo dei modelli valoriali proposti dai media. Di riflesso, si registra una relazione positiva tra partecipazione e impegno politico, con un dato relativo all’astensionismo che si ferma al 7,8%. E sempre i giovani più impegnati sono quelli che rischiano meno di essere attirati da derive xenofobe e populistiche ( dal Redattore Sociale dell’11 novembre).